il malto che diventa birra
Molto spesso, con l’arrivo della bella stagione, si sente parlare della birra. Pubblicità, cartelloni e spot televisivi fanno riferimento a questa bevanda. “Bere responsabilmente” è la dicitura che – opportunamente – conclude ogni reclame.
Tutti pensano al gusto, al piacere che questo “nettare” infonde nelle notti d’estate e non solo. In pochi sanno, però, che la birra deriva dall’orzo che, attraverso un processo chiamato tallitura, viene trasformato in malto.
Il malto d’orzo o di riso (esiste anche il malto di grano, di mais, ecc) è un dolcificante naturale derivato dalla fermentazione dei cereali ; contiene maltosio (che è uno zucchero semplice, come il saccarosio e il fruttosio) e minerali. Quali sono le caratteristiche del malto e quando si usa? Possiede proprietà benefiche per la salute?
A quanto pare, sì. Nella tradizione macrobiotica e in tutta la cucina orientale i “ malti”, di riso, di mais, d’orzo e di frumento, occupano un posto di tutto rispetto: sono i dolcificanti naturali derivati dai cereali che assommano alle qualità di gusto dello zucchero un apporto nutritivo che tonifica l’intero organismo, con un’azione specifica sul sistema nervoso. Il loro utilizzo constante regala energia e migliora il tono dell’umore, spesso incupito dalle prime giornate autunnali. Pur essendo tutti dei potenti tonici per l’organismo, i malti si differenziano per altre specifiche virtù.
Radio FinestrAperta, come tutti i giovedì, dalle 11:30 torna a parlare di nutrizione e buona salute con “Felici a Tavola”, il programma condotto da Andrea e Fabio. Questa settimana, appunto, il malto sarà oggetto di approfondite riflessioni e interessanti curiosità. L’intento è quello di far capire che un alimento come questo può essere utile non soltanto per allietare le serate di molte persone, che almeno una volta a settimana si armano di boccale, ma può essere utilizzato anche in altri contesti.
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