Novità relative all’assegno di inclusione importanti per le persone con disabilità e le loro famiglie. Vediamo insieme cosa dicono recenti Messaggi Inps
Con il Messaggio Inps 592/2025, l’Istituto ha chiarito le modalità di attribuzione d’ufficio dei carichi di cura ai fini dell’Assegno di inclusione (Adi). L’art. 6, c. 5, del DL 48/2023 esonera dagli obblighi di adesione a lavoro e formazione: over 60 titolari di pensione, componenti con disabilità (L. 68/1999), malati oncologici e soggetti con carichi di cura (minori under 3, tre o più figli minori, familiari disabili o non autosufficienti). Per questi ultimi, la scala di equivalenza prevede un coefficiente 0,40.
Dal 2025, se il carico di cura non è stato dichiarato in domanda, l’Inps può attribuirlo d’ufficio, sostituendo, se necessario, il componente di riferimento con un altro maggiorenne del nucleo. In caso di importo Adi già calcolato senza considerare tale parametro, viene effettuato un ricalcolo automatico e le somme spettanti vengono erogate in un unico pagamento.
Se la domanda era stata respinta per assenza del parametro, viene rivalutata e, se in possesso dei requisiti, accolta con effetto retroattivo.
Il nuovo modello di domanda Adi include l’elenco delle strutture sanitarie autorizzate a certificare lo stato di svantaggio e una sezione per indicare quella a cui ci si è rivolti. La certificazione può riguardare persone con disturbi mentali, dipendenze, disabilità (46-66%), vittime di violenza o tratta, ex detenuti, senza dimora, neomaggiorenni fuori famiglia e altre categorie fragili in carico ai servizi sociali.
Con il Messaggio 2388/2025, l’Inps ha inoltre chiarito la compatibilità con il Supporto per la Formazione e il Lavoro (SFL): chi usufruisce del Supporto, non può vedersi attribuito il coefficiente 0,40. Per le domande sospese per mancata comunicazione di variazioni lavorative, l’interessato ha 60 giorni per inviare all’Inps il modello “Adi-com esteso” tramite patronato, Caaf o sede Inps, al fine di riattivare la prestazione.
(Elisa Marino)
