Il noto gruppo e l’associazione hanno dato vita ad una serata di musica e solidarietà. Noi c’eravamo e ve la raccontiamo
Un messaggio importante per continuare a lottare contro la distrofia muscolare e “Musica sbrock”, come amano definirla, canzoni che fanno pensare e divertire, musicisti a tutto tondo che, con una formazione di sette elementi, si sono esibiti il 13 ottobre al Parco dell’Archeologia di Roma. Il concerto gratuito aveva lo scopo di rilanciare un messaggio d’inclusione sociale e sensibilizzare i presenti sul tema della disabilità e diversità. Il concerto è stato anche un modo per festeggiare la conclusione di un progetto molto caro alla UILDM: “A scuola d’inclusione, giocando si impara”, promosso da UILDM Direzione Nazionale e finanziato dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali. Il progetto ha visto la realizzazione di un parco accessibile anche ai bambini con disabilità, grazie alla donazione da parte di UILDM di giostre inclusive al parco della Cecchina a Roma, ha previsto interventi formativi sul tema della disabilità nelle scuole medie ed elementari in sedici regioni d’Italia ed infine eventi di sensibilizzazione e informazione come i concerti della rock band, che ha suonato in diverse città italiane negli ultimi mesi. Durante il concerto, mentre le note riempivano il piccolo teatro all’aperto in via Ferruccio Amendola, alcuni volontari UILDM, ad uno stand, offrivano le latte del caffè solidale UILDM raccogliendo fondi che serviranno a finanziare ore di trasporto a vantaggio della mobilità delle persone con disabilità, ore di riabilitazione e di attività di inclusione sociale.
Il concerto ha alternato musica, divertimento, cover – alcune molto fantasiose –, brani tratti dal repertorio della band, momenti di riflessione importanti, ma sempre contraddistinti da dissacrante ironia, gag e aneddoti personali per demolire i luoghi comuni sulle persone con disabilità.
Aprendo con una cover dei Bon Jovi, It’s my life, il gruppo – formato da Tiziana Civitani e Orietta “Nonna Rock” Contalini alle voci, Paolo Falessi alla chitarra, Massimiliano Colaizzi (detto “Pippo”) al basso, Danilo Pacifici al basso, Gian Marco Pio (detto “Fonzie”) alle tastiere e Giuseppe Splendorio (detto “Beppe il Pazzo”) alla batteria – ha scaldato il pubblico coi primi due brani tratti dai loro quinddici album pubblicati.
Cavalcando la luna e Areanova Sbrock hanno dunque fatto da premessa per la cover di Rino Gaetano, Ma il cielo è sempre più blu, che ha fatto cantare davvero tutti.
Un siparietto divertente si è aperto sul misterioso “glifosato”: la band non ha voluto rivelare di cosa si tratti, ma è il titolo della loro canzone migliore per parlare d’ambiente. Va detto, senza alcun dubbio, che il glifosato sia un diserbante potenzialmente cancerogeno anche per l’uomo che non è stato ancora tolto dal commercio.
Quando i Ladri di Carrozzelle si proposero di fare una campagna di sensibilizzazione nelle scuole per questo problema, i musicisti, in modo molto divertente, hanno ammesso di essersi sentiti rispondere: “E che c’entrano gli handicappati con l’ambiente?”.
La parola “handicappato” è ricorsa più volte durante il concerto, ma solo per prendere in giro i cosiddetti “normodotati” che, secondo la band, restano spiazzati nel vederli seduti in carrozzina e suonare davvero. Ma quella parola è uscita anche dalla voce di “Nonna Rock”, impegnata in una cover improvvisata di Toto Cutugno trasformata in: “Io sono handicappata, handicappata vera”, per difendere uno status symbol e “gufare” contro i falsi invalidi che rubano pensioni allo Stato.
Le proposte musicali dei Ladri di Carrozzelle hanno spaziato dal genere “disco” (con I will Survive) al rock di Creep dei Radiohead, ai Ricchi e Poveri di Sarà perché ti amo, quest’ultima scelta per far ballare soprattutto il pubblico più giovane formato dai volontari del Servizio Civile.
Ma al divertimento ha fatto da controcanto la lotta espressa in musica attraverso le canzoni più famose del gruppo: Diversi da chi, Invisibili e Tenaci e Distrofichetto, canzone questa che, ricalcando l’inizio di Rock Around the Clock, ha fatto conoscere i Ladri di Carrozzelle al grande pubblico.
Per non perdere di vista l’obiettivo di trasformare il mondo e di trasformarci in persone libere e migliori, le note di Micheal Jordan – canzone sulla nostalgia che ha ricevuto i ringraziamenti dell’ex campione di pallacanestro – sono state accompagnate dalle immagini proiettate di persone (da Bob Marley ad Anna Frank) schierate per i diritti di chi è diverso. Ai volti noti si sono alternati proverbi sulla libertà e l’uguaglianza, frasi sulla bellezza della vita, citazioni di canzoni molto significative, da quelle composte da Bob Dylan al già citato Bob Marley.
Ma se i momenti musicali esilaranti sono stati regalati al pubblico soprattutto dalle cover in romanesco e finto spagnolo e finto inglese da “Nonna Rock”, una menzione particolare meritano due brani: il primo è Diversi da chi, divenuta la sigla del programma del docu-reality sulla disabilità di Rai Tre O anche no, il secondo è All’inferno, che ha chiuso il concerto prima del bis finale con On The Radio e che oggi rappresenta i Ladri di Carrozzelle, attualmente impegnati con la Cooperativa Arcobaleno di Frascati, per parlare di depressione e di persone con disabilità psichiche.
Per la UILDM la band è in tour per sostenere il progetto “A scuola d’inclusione” e per continuare uniti la lotta alla distrofia muscolare in musica.
(Giuseppina Brandonisio)