Celebriamo l’anniversario della nostra Repubblica, ma teniamo alta la guardia sui tanti problemi irrisolti nei suoi 79 anni di vita. A cominciare dalle disparità territoriali
2 Giugno 2025. Oggi si celebra il 79esimo anniversario della nascita della Repubblica Italiana. Non possiamo non guardarci indietro e gioire dei tanti diritti conquistati. Diritti che – è bene non dimenticarlo mai – non sono piovuti dal cielo, ma sono il risultato di battaglie vinte e conquiste sudate. Diritti che non sono affatto scontati e che dobbiamo impegnarci a difendere quotidianamente.
Quello della disparità di opportunità nel territorio italiano è un tema fondamentale che in 79 anni non siamo ancora riusciti a risolvere.
Dà da riflettere, in questo senso, l’appello della Sip. Le disuguaglianze territoriali e sociali nell’accesso alla salute e al benessere infantile sono state al centro del dibattito dell’80esimo Congresso della Società Italiana di Pediatria, con oltre 2mila pediatri riuniti per lanciare un messaggio forte:
Il codice postale non può pesare più di quello genetico”.
Un appello che mette in luce come la salute dei bambini in Italia sia ancora profondamente influenzata dal luogo di nascita.
Nascere in una regione piuttosto che in un’altra non è la stessa cosa
Rino Agostiniani, presidente della Sip, dichiara: “Il problema è che i bambini non hanno le stesse opportunità sin dalla nascita”. I primi mille giorni di vita – 270 durante la gravidanza e 730 dopo la nascita – sono cruciali per lo sviluppo fisico e mentale, ma fattori come povertà, inquinamento e accesso limitato ai servizi sanitari possono compromettere irrimediabilmente il benessere dei più piccoli.
Le differenze regionali pesano enormemente sull’infanzia. In alcune aree del Paese, i bambini hanno meno accesso a screening neonatali, profilassi contro malattie come il virus respiratorio sinciziale e diagnosi precoci per patologie genetiche. Una disparità intollerabile, come ribadito dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “Superare i divari tra i sistemi sanitari regionali è una necessità non più rinviabile per garantire equità e copertura universale”.
Povertà e stili di vita: più si scende e peggio è
Oltre 1,3 milioni di bambini in Italia vivono in povertà assoluta, con conseguenze che si riflettono su alimentazione e salute. L’obesità infantile, ad esempio, è un problema particolarmente grave nel Sud Italia: in Campania, il 44% dei bambini è in sovrappeso, rispetto a percentuali dimezzate in regioni del Nord come il Trentino. Mancano inoltre spazi adeguati per il gioco e l’attività fisica, aggravando ulteriormente la situazione.
Un’altra emergenza riguarda la salute mentale. Disturbi comportamentali, ansia, isolamento e dipendenze digitali sono in aumento tra i giovani. Secondo l’OMS, 1 adolescente su 7 soffre di un disturbo psichico, ma in Italia mancano le strutture e i professionisti per affrontare questa crisi. Le famiglie si trovano spesso senza supporto, specialmente nelle regioni meridionali.
La prevenzione: un investimento che vale il futuro
Nonostante l’evidente necessità, l’Italia investe solo il 5% del Fondo Sanitario Nazionale in prevenzione, molto meno rispetto ad altri Paesi europei come Germania e Olanda. Eppure, ogni euro speso in prevenzione può generare risparmi significativi e migliorare la qualità della vita. Investimenti in infrastrutture scolastiche, palestre e campagne vaccinali sono urgenti per affrontare le disuguaglianze e migliorare il benessere generale.
(Manuel Tartaglia)