Ecco spiegati in maniera semplice i quesiti su cui siamo chiamati a votare l’8 e il 9 giugno

Il grande potere racchiuso in una matita
La democrazia è una forma di governo in cui i cittadini e le cittadine prendono parte alle decisioni attraverso l’esercizio del voto.
Ogni volta che siamo chiamati alle urne, abbiamo l’opportunità di esprimere la nostra opinione su questioni che riguardano il futuro del nostro Paese. Non partecipare al voto significa, di fatto, delegare ad altri la decisione su temi che potrebbero influenzare direttamente la nostra vita.
Il referendum dell’8 e 9 giugno 2025 è un’occasione per far sentire la propria voce: non sprechiamola.
I cinque quesiti referendari
Facciamola semplice. Mettiamo da parte il burocratese e spieghiamo le implicazioni del nostro voto. Per ogni singolo quesito, se voteremo sì, abrogheremo (cioè elimineremo) le regole attualmente in vigore; se voteremo no, manterremo la normativa vigente.
Vediamo adesso in dettaglio i cinque quesiti e cosa accadrebbe se vincesse, per ognuno di essi, il sì o il no.
Primo quesito: Jobs Act e licenziamenti illegittimi (scheda verde)
Sì: le regole tornano com’erano prima, perciò se una persona viene licenziata ingiustamente, l’azienda deve riassumerla.
No: resta tutto come ora, l’azienda può pagare una somma di denaro senza dover riassumere chi ha licenziato.
Secondo quesito: Lavoro a termine, contratti brevi (scheda arancione)
Sì: i contratti a termine potranno durare meno tempo, così le aziende dovranno offrire lavori più stabili.
No: rimarranno le regole attuali e i contratti a tempo determinato potranno durare più a lungo.
Terzo quesito: Piccole imprese e diritti dei lavoratori (scheda grigia)
Sì: anche nelle aziende piccole (meno di 15 dipendenti), i lavoratori avranno le stesse protezioni di quelli delle grandi aziende.
No: nelle piccole aziende continueranno ad esserci regole diverse, con meno protezioni per i dipendenti.
Quarto quesito: Sicurezza sul lavoro (scheda rossa)
Sì: un’azienda che dà un appalto, sarà sempre responsabile della sicurezza, anche se il lavoro è fatto da una seconda azienda, così da garantire più protezione per i lavoratori.
No: le regole rimarranno come sono ora: ogni azienda coinvolta è responsabile solo per i lavoratori che direttamente assume.
Quinto quesito: Cittadinanza italiana (scheda gialla)
Sì: diventare cittadini italiani sarà più facile per gli stranieri che vivono qui, basteranno 5 anni di residenza invece di 10.
No: resta il requisito dei 10 anni per chiedere la cittadinanza.
Un diritto e un dovere
Esprimendo il nostro parere, contribuiamo a costruire il futuro del Paese e a influenzare decisioni fondamentali. Partecipare al voto è un dovere civico, ma anche e soprattutto un diritto. E chi non vota perde il diritto di lamentarsi delle cose che non vanno.
(Manuel Tartaglia)